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Sostenibilità

L’ evoluzione della rendicontazione di sostenibilità

21/05/2021 - 15:01

Lo scorso 21 aprile la Commissione Europea ha presentato la Corporate Sustainability Reporting Directive, una proposta che ha come obiettivo principale quello di rendere omogenea e standardizzata la stesura del reporting di sostenibilità.

Non ancora passata al vaglio del Parlamento Europeo, qualora diventasse effettiva, di fatto, andrebbe a modificare gli attuali requisiti definiti dalla Direttiva 2014/95 “NFRD” e recepiti nell’ordinamento italiano dal D.Lgs. 254/2016.

Frutto dell’analisi di più consultazioni pubbliche, la cosiddetta CSRD risponde alla crescente domanda di informazioni da parte degli investitori ed integra le principali criticità rilevate in questo primo quinquennio di rendicontazione obbligatoria.

Ma andiamo ad analizzarla più da vicino nei suoi punti più salienti.

Come fare il reporting di sostenibilità

 

NUOVE DIRETTIVE PER IL REPORTING DI SOSTENIBILITÀ

Come primo punto, la proposta per il reporting di sostenibilità  amplia i destinatari soggetti all’obbligo di rendicontazione, estendendolo a tutte le società di grandi dimensioni - siano esse quotate o meno - e, a partire dal 1° gennaio 2026, a tutte le PMI quotate (escluse le microimprese). Un elemento non da poco questo, se si considera che la Commissione stima che in Europa, il numero delle imprese soggette ai nuovi obblighi salirà dagli attuali 11.600 a circa 49.000, mentre, in Italia, il numero di imprese soggette al reporting dovrebbe passare da poco meno di 200 imprese a diverse migliaia. In particolare, la Commissione propone norme per le grandi imprese e standard separati e semplificati per le Pmi, la cui adozione sarà da ritenersi volontaria.

 Vantaggi della rendicontazione di sostenibilità per le PMI

 

Con l’obiettivo di uniformare il contenuto delle informazioni fornite, la direttiva si baserà sull’utilizzo di standard europei di sostenibilità. Veri e propri criteri omologati a livello comunitario, indicheranno per ognuno dei fattori di sostenibilità (ambiente, sociale, governance) quali informazioni devono essere fornite e si si stima saranno adottati a partire dalla fine del 2022. A tale proposito, la Commissione ha affidato al gruppo consultivo europeo per le relazioni finanziarie - EFRAG - lo sviluppo di tali standard, con la richiesta che siano coerenti con l'ambizione del Green Deal europeo, con il Regolamento sulla divulgazione della finanza sostenibile e con il Regolamento sulla tassonomia.  

Si torna a parlare del principio della “doppia materialità”, secondo cui le aziende dovrebbero riportare tutte le informazioni necessarie per capire, sia, come le questioni di sostenibilità le riguardano, sia, l'impatto che hanno sul contesto socio-ambientale di riferimento. Tra i cambiamenti più importanti inoltre, c’è l’obbligo da parte delle aziende di dare conto di un range più ampio e più specifico di dati, come, ad esempio, quelli riguardanti le emissioni di carbonio.

Al fine di garantire che le informazioni riportate siano accurate e affidabili, è inoltre previsto l’obbligo di fornire una “garanzia” per le informazioni di sostenibilità riportate. Nello specifico, le imprese dovranno ottenere una certificazione da parte di un revisore legale dei conti, sia, che attesti la conformità del report agli standard europei, sia, che accerti la validità e la correttezza del processo svolto dall’impresa per identificare le informazioni riportate.

Altra novità della proposta è l'eliminazione della possibilità di pubblicare le informazioni sulla sostenibilità separatamente dalla relazione sulla gestione. 

Relativamente alle tempistiche, ci si aspetta che la Direttiva venga approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo nel primo o secondo trimestre del 2022 e che le imprese producano i primi report di sostenibilità comprensivi della nuova normativa e dei nuovi standard nel 2024, con riferimento all’esercizio 2023.

Infine, il report dovrà essere pubblicato in formato digitale, utilizzando il linguaggio XHTM ed in conformità con il regolamento “European Single Electronic Format” - ESEF.

Così come previsto dal nuovo Piano d'azione sull'Unione dei mercati dei capitali, che mira a creare un database europeo, pubblico, accessibile, trasparente ed in grado di fornire ad investitori e utenti informazioni confrontabili e disponibili per tutti, tutte queste informazioni  saranno poi trasmesse all’European Single Access Point - ESAP.

Sei una società di grandi dimensioni o una PMI quotata e non sai come adeguarti alla nuova direttiva? O ancora. Hai già redatto un bilancio di sostenibilità ma non sai come pubblicarlo in formato digitale secondo le indicazioni della Commissione?

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